3. Diffusione del genere
Ben presto l'arte dei trovatori si diffuse in buona parte d'Europa: in Spagna e in Portogallo le loro tematiche ebbero grande fortuna, nella Francia settentrionale fiorirono i trovieri, in Germania i Minnesänger, e anche l'Italia ebbe i suoi trovatori tra i poeti siciliani e quelli toscani (Stilnovisti).
A questo proposito abbiamo letto un breve romanzo di Laura Mancinelli, un tempo docente di letteratura tedesca e medioevale all'Università di Torino, saggista e scrittrice importante, intitolato "Biglietto d'amore", in cui finzione e storia si incontrano in un Medioevo germanico cortese e fantastico. La vicenda trae spunto dal prezioso Codice Manesse, conservato nella Biblioteca Universitaria di Heidelberg, tuttora una delle più importanti raccolte di poesie d'amor cortese in lingua tedesca: questo codice è decorato da miniature gotiche riproducenti ciascun poeta le cui opere, datate tra la metà del XIII secolo e il 1300, riunisce. Il Codice "Palatinus Germanicus 848" è detto anche "Codice Manesse" dal nome del committente, il mercante zurighese Rudiger Manesse.
Nel romanzo Hadlaub, giovane poeta e scrivano, che vive spensieratamente nella ricca dimora di Manesse, viene allontanato con un pretesto da Zurigo, perché si è incautamente innamorato della figlia del suo protettore: partire per un lungo viaggio nelle regioni germaniche meridionali alla ricerca di tutti i versi e le canzoni d'amore conservati nelle biblioteche dei castelli, dei monasteri, delle case private, al fine di raccoglierli in un solo volume.
Accompagnato dal rude cacciatore Guilbert, il giovane inizia un avventuroso peregrinare che lo porterà in luoghi più disparati ad incontrare personaggi diversissimi: il monastero di San Gallo e i suoi dotti monaci, il gelido castello del conte Ulrich von Lichtenstein, ridotto in miseria dalle sue passioni, la casa del Tannhauser, figura storica e al tempo stesso leggendaria di poeta guerriero fuori del comune, ed infine la grande corte del vescovo di Passau.
Dopo due anni, con un consistente rotolo di pergamene, Hadlaub, più maturo ed esperto della vita e dell'arte, ritorna a Zurigo, dove viene accolto affettuosamente dal suo mecenate e dalla fanciulla di cui si era innamorata e che gli riserverà una sorpresa: una bimba dagli occhi azzurri come i suoi.

Il tema trobadorico dell'amore cortese, unito agli ideali cavallereschi, diede origine a un genere letterario noto come romanzo cavalleresco. Fondendo l'ideale dell'amore cortese con leggende della Bretagna celtica, il troviero Chrétien de Troyes, alla corte di Maria di Champagne, celebrò le virtù della generosità e della protezione dei deboli nei racconti di re Artù e dei Cavalieri della Tavola Rotonda.
Sempre di origine bretone è un'altra leggenda famosissima, quella di Tristano e Isotta, che narra una tragica vicenda di amore e morte. Come esempio dell'amor cortese abbiamo assistito alla proiezione del film "Tristano & Isotta (2005)" del regista Kevin Reynolds, una trasposizione cinematografica del romanzo omonimo.
Di tale racconto, appartenente al ciclo bretone, non si conosce l'autore, si sa solo che nel Medioevo vennero scritte diverse opere che trattavano della tragica storia dei due amanti. Nonostante la versione in pellicola del celebre racconto non sia perfettamente fedele al testo narrativo, la presentazione delle tematiche cortesi rispecchia adeguatamente gli ideali e le caratteristiche tipiche di questa corrente letteraria e di pensiero.
L'amore, iniziato per caso, tra il nobile cavaliere Tristano di Cornovaglia e la bionda principessa d'Irlanda, Isotta, e il tragico esito di esso sono i concetti principali dell'amor cortese; un sentimento fortissimo, al quale è impossibile sottrarsi, ma proibito dai legami e dalle convenzioni sociali dell'epoca. Il rapporto fra i due giovani ha inizio quando, sulle coste d'Irlanda, Isotta trova l'imbarcazione funebre su cui giaceva Tristano, creduto morto dai compatrioti dopo aver partecipato ad una cruenta battaglia.
La fanciulla si prende cura senza indugio del bel cavaliere e lo riporta alla vita e… all'amore. I due giovani, spensierati e desiderosi di provare veri sentimenti, quali la libertà e l'amore, vivono quest'esperienza in segreto. Durante il periodo di convalescenza verranno medicate le ferite fisiche di Tristano, ma il sentimento che nascerà ne porterà di incurabili.
Il destino già avverso si complica ulteriormente facendo sì che Isotta diventi sposa di re Marco, sovrano e grande amico di Tristano, il quale gli era fedele cavaliere.
Questa dualità di sentimenti provoca un enorme senso di colpa che trascina i due amanti in un amore struggente, travagliato e portatore di grandi sofferenze. Nonostante ci fosse la consapevolezza dell'illegittimità di tale amore, la passione ha avuto il sopravvento sulla razionalità dei due.
Il conflitto fra Irlandesi e Inglesi, inoltre, raggiunge l'apice nell'assedio di Castel D'Or situato in Cornovaglia. Qui Tristano, come atto di fedeltà al suo re e come gesto di assoluzione per il tradimento, partecipa al combattimento, rovescia le sorti della battaglia fino a quel punto sfavorevole per re Marco e i suoi cavalieri, ma muore fra le braccia dell'amata Isotta.
Prima di esalare il suo ultimo respiro, il giovane cavaliere afferma: "Non so cosa sia più forte, la vita o la morte, ma di sicuro l'amore le supera entrambe", Questo è IL concetto centrale dell'amor cortese, ovvero un sentimento così forte da condizionare l'intera esistenza di coloro che lo provano.

Se inizialmente le tematiche delle canzoni e dei componimenti dei poeti provenzali trattavano il delicato tema dell'amor cortese, la produzione successiva dei trovatori fu caratterizzata anche da temi riguardanti le condizioni sociali e politiche dell'epoca dimostrando il forte legame di questi poeti con la realtà storica in cui vivevano.
Si può ben dire che, molto prima dell'invenzione della stampa, i trovatori e altri menestrelli erranti furono i mezzi di informazione dell'epoca. I menestrelli medievali viaggiavano da una nazione all'altra. In tutte le corti europee - dovunque andassero, da Cipro alla Scozia, dal Portogallo all'Europa orientale - raccoglievano notizie e si scambiavano storie, melodie e canzoni. Le melodie orecchiabili delle canzoni dei trovatori, che in breve tempo venivano trasmesse oralmente da un giullare all'altro, finivano per essere imparate dalla gente, e influenzavano moltissimo l'opinione pubblica, spingendo la popolazione a schierarsi a favore dell'una o dell'altra causa o fazione.
Ad indicare l'importanza e la diffusione della poesia trovatorica, riportiamo i nomi di tre grandi esponenti di essa che Dante inserisce nella sua celebre opera, la Commedia, a ricordo dei posteri:
- Bertran de Born, nelle Malebolge dell'Inferno tra i seminatori di discordia (canto XXVIII)
- Arnaut Daniel, tra i lussuriosi del Purgatorio (canto XXVI)
- Folchetto, o Folco da Marsiglia, nel cielo di Venere del Paradiso (canto VIII)