8. Monofonia francese
La Francia fu governata verso la fine del Medioevo da forti dinastie, in primo luogo i Plantageneti inglesi, e poi dai Capeti francesi. Il sistema di alleanze feudali e le relazioni tra conti, duchi, principi, signori e re, contribuì a fornire alla Francia un'unità politica e sociale. Parigi fu un importante centro d'istruzione scolastica, e il suo carattere cosmopolita la distinse dal sapore più provinciale del Midi.
La musica monofonica in "langue d'oil" differisce per molti aspetti da quella dei trovatori. In primo luogo vi è una più ampia varietà di generi. La tradizione indigena musicale-poetica scritta in francese arcaico, includeva molti lavori anonimi, con lunghi poemi epici narrativi.
Le differenze tra la monofonia del nord e quella del sud, sono culturali e sociologiche. Il Midi era dominato da una cultura rurale.
La Francia, d'altra parte, era in larga misura una società feudale sempre più potente, e le classi erano divise tra nobiltà, clero, borghesia, e gruppi di servi della gleba.
L'elevato linguaggio delle "chanson" e delle "canzoni epiche", era principalmente indirizzato alla classe aristocratica.
Oggi alcuni studiosi descrivono le differenze tra questi generi come "stile alto" e "stile basso" sulla base del luogo in cui una canzone era recitata, da chi e a chi era indirizzata. Altra differenza importante tra il nord e il sud, è che il nord fu il centro di nuovi sviluppi nel campo della composizione e della notazione musicale.
Due trovatori, Adam de la Halle and Jehannot de Lescurel, composero sia monofonie sia polifonie, ma in seguito furono dimenticati.
Come ci si potrebbe aspettare dal rapido sviluppo dei metodi di scrittura musicale, il nord fu molto più interessato alla produzione di libri. I copisti si aspettavano che i loro manoscritti fossero visti e trascritti, e i copisti musicali divennero sempre più coscienti delle implicazioni portanti il significato nelle notazioni scritte.
La grande differenza tra le monofonie del nord e quelle del sud, è che un numero maggiore di melodie sono sopravvissute nelle canzoni in francese arcaico rispetto a quelle in "occitano".
Più di 4000 poemi sono sopravvissuti e circa 18 manoscritti contengono approssimativamente 2000 melodie di canzoni monofoniche francesi.

Linguaggio e letteratura


La "langue d'oil", o francese arcaico, è la lingua che precede il moderno francese, fatta eccezione per alcune evidenti differenze di ortografia e alcuni termini non più utilizzati. Una guida alla pronuncia è pertanto necessaria, poiché molti suoni sono diversi, ma la pronuncia del francese arcaico è più prevedibile di quella del francese moderno. I "TOPOI" delle canzoni cortesi sono piuttosto simili a quelli delle canzoni dei trovatori, in parte perché il lessico del francese arcaico era limitato. I testi delle canzoni, jeu-partis, lamentazioni e lais dei trovatori si basavano molto sulle formule linguistiche.

Non c'è uno stile paragonabile ai "trobar clus"dei trovatori nella lirica francese arcaico. Le canzoni più popolari includono: rondeaux, virelais, pastorelle e danze per canzoni e ritornelli.

Forme


Le strutture delle canzoni in francese arcaico, variano a seconda dell'estensione in rapporto al genere. Le strofe liriche delle canzoni sono simili, per struttura, ai canti trobadorici. Le strofe dei canti hanno spesso un "envoi", cioè versi in più alla fine della poesia con cui le strutture vengono unite per concludere i versi della strofa.
Le poesie cortesi spesso sono caratterizzate da melodie, le quali spesso hanno schema metrico ABAB…..ecc.
Le melodie dirette, senza poesia, sono relativamente rare. In generale le melodie del francese arcaico sono distinguibili per una struttura semplice.
Alcuni manoscritti contenevano melodie uniche, delle quali non si hanno neppure delle varianti. Molte melodie erano assai lunghe, così da richiedere molti fogli sui quali dovevano essere scritte: un esempio può essere quello di Gace Brulè, il quale scrisse una melodia che fu ritrovata in quattro manoscritti.

Rondeaux
Forma musicale caratterizzata dal ripetersi periodico, nel corso di una composizione, di una frase in sé compiuta.
Già presente in Francia nel Medioevo, fu ripreso in Francia e in Germania nel XVII sec. Si diffuse anche come forma vocale nella seconda metà del XVIII sec. e divenne elemento di grande effetto nel finale di una scena o di un atto.
Virelais
Sono presenti in vari versi medievali francesi, particolarmente nel caso in cui ogni stanza ha due rime, e quella di conclusione ricorre come la prima rima della stanza seguente.
Pastorelle
Componimento lirico-musicale d'origine francese, in forma di dialogo tra un cavaliere e una pastorella che ne accetta o respinge le profferte amorose.