La Festa cortese di maggio

Presentiamo un sonetto tratto dalla "corona dei mesi", raccolta di quattordici componimenti dell'autore italiano Folgòre da San Gimignano, (1270-1332 d.C.). Il testo viene proposto in ragione della sua attinenza con il contesto della festa cortese e nobiliare, in particolare nell'ambito del torneo cavalleresco, qui presentato come vera e propria identificazione del mondo aristocratico.

DI MAGGIO

Di maggio sí vi do molti cavagli,
e tutti quanti sieno affrenatori,
portanti tutti, dritti corritori;
pettorali e testiere di sonagli,

bandiere e coverte a molti intagli
e di zendadi di tutti colori;
le targe a modo delli armeggiatori;
vïuole e rose e fior, ch'ogn'uom v'abbagli;

e rompere e fiaccar bigordi e lance,
e piover da finestre e da balconi
in giú ghirlande ed in su melerance;

e pulzellette e giovani garzoni
baciarsi nella bocca e nelle guance;
d'amor e di goder vi si ragioni

Note

1: i cavalli (cavagli) sono fin dall'antichità il simbolo quella classe aristocratica (che negli eserciti tardomedioevali costituiva appunto la cavalleria) dalla quale il torneo medioevale ebbe origine e che del torneo rimase, sino al secolo XVI, l'assoluta protagonista.
2-4: nella prima quartina vengono esaltate le virtù fisiche dei cavalli (affrenatori, portanti tutti, dritti corritori): in questo elogio si può leggere il riflesso di una ferma convinzione nella naturale superiorità, anche fisica, della nobiltà sociale che i cavalli appunto rappresentano.
5-7: nella seconda quartina viene introdotto il tema del torneo cavalleresco (la festa aristocratica per eccellenza), presentato soprattutto nel suo aspetto fastoso e spettacolare: la guerra e le armi sono presentate per la loro bellezza estetica (bandiere..targe). [elemento comune a gran parte della produzione trobadorica dell' epoca, come ad esempio in Bertran De Born, "molto mi piace la gaia stagione" ]
8: la primavera trova un posto nel componimento di Folgòre: era proprio in questa stagione che si teneva la maggior parte delle festività medioevale.
9-11: al valore guerresco (anche se la situazione bellica è in questo caso, simulata) fa seguito la gloriae l'acclamazione: il ruolo del popolo, nel torneo, rimane sempre e soltanto quello di spettatore.
12-15: l'ultima terzina ci introduce al mondo dell'amor cortese, all'ambiente dei giovani aristocratici desiderosi di godere con spensieratezza delle gioie della vita, per i quali la festa ( il torneo) rappresenta un'occasione di incontro sociale fuori dagli schemi della quotidianità nobiliare.

Contesto: il sonetto appartiene alla categoria del plazer provenzale, elenco di cose piacevoli e desiderabili, ed appartiene alla corona dedicata ai mesi dell'anno. La corona "dei mesi" è composta da quattordici componimenti immaginati rivolti ad una brigata nobile e cortese contenenti auguri di gioie e divertimenti per i mesi dell'anno. La corona "della settimana" consiste di otto sonetti nei quali si consiglia di partecipare alle feste ed ai tornei nonché di praticare la caccia, inoltre ci sono giunti cinque sonetti che trattano l'esaltazione della cavalleria e delle virtù, più altri sparsi di contenuto morale e politico in funzione antighibellina.
Le corone erano così note da ispirare una parodia dei sonetti sui mesi ad opera di Cenne de la Chitarra (la chitarra alluderebbe al mestiere e di giullare) nella quale elencava le "noie" secondo lo schema provenzale noto come enueg contrapposto al plazer.

Il tema centrale della poesia è la festa cortese medioevale, con i suoi aspetti tipicamente aristocratici come evidenziano i numerosi elementi presenti: in primo luogo il torneo che occupa buona parte del sonetto, e nell'ultima terzina l'amor cortese.
Nella prima quartina l'autore mostra la sua esatezza tecnica da esperto di ippica dichiarando così la sua condizione sociale e il pubblico cui la poesia è indirizzata ossia coloro che frequentavano i tornei e ne conoscevano regole appannaggio soltanto della classe nobiliare.
La seconda terzina ,invece, come detto, è dedicata all'amor cortese, anch'esso come il torneo, con il suo preciso ordinamento di ferree norme riservato unicamente alle classi superiori .

Biografia di Folgóre da San Gimignano
Folgóre da San Gimignano ( ca. 1270 - ca. 1332), pseudonimo di Giacomo o Jacopo di Michele, nato a San Gimignano presso Siena, fu un poeta elegante che rappresentò nei suoi versi scene di caccia, giostre e conviti della ricca borghesia cittadina.
Il suo nome (che ha il significato di fulgore, splendore) compare in un documento senese del 1295 e altre fonti documentarie ne testimoniano la morte nel 1332. Poco si sa della sua vita, eccetto che combatté come fante, e successivamente come cavaliere, al servizio del suo comune natale e del comune di Siena. A lui vengono attribuiti trentadue sonetti - scritti fra il 1308 ed il 1316 circa - tra cui molto conosciute sono le due corone dedicate ai giorni della settimana e ai mesi dell'anno.