L'arpa nel Medioevo

Antichissima è la storia dell'arpa: si perde nei secoli ed è avvolta nel mistero di numerose leggende. Conosciuta già dalle popolazioni primitive, probabilmente è derivata dall'arco da caccia, assunse poi un ruolo importante nella musica egizia ed assira. Presso i Greci e i Romani l'arpa, seppur conosciuta, era poco usata: si preferivano altri strumenti quali la lira e la cetra. Le prime raffigurazioni iconografiche risalgono al IX secolo ed i primi documenti scritti all' XI secolo. Analizzando le citazioni più significative, incominciando da quelle reperibili nelle Isole Britanniche, l'arpa è citata in moltissime fonti letterarie che, oltre a fornirci notizie storiche, costituiscono una preziosa testimonianza del ruolo e dei compiti svolti dagli arpisti medioevali nella società dell'epoca.
Vale la pena citare Venanzio Fortunato, vescovo di Poitiers:

Romanusque lyra, plaudat tibi barbarus harpa, Graecus Achilliaca, crotta Britannia canat
Possa il Romano porgerti onore con la lyra, il Germano o, come lo chiama il vescovo: il barbaro, con l'arpa, il Greco con lo strumento di Achille e il Britanno con la crotta

Come si può notare sono molti i termini utilizzati per descrivere uno strumento a corda. I manoscritti medievali in latino utilizzavano per lo più il fuorviante termine di "cithara" per indicare sia le lyre che le arpe. In gaelico il termine cruit venne utilizzato nei manoscritti più antichi per indicare uno strumento a corde, il cui significato si è evoluto nel corso dei secoli fino ad indicare una piccola arpa bardica. Si ritiene che una radice indo-europea *ker, avente per significato "ricurvo", sia all'origine del termine cruit, e che uno dei suoi derivati, *kereb, sia all'origine del termine "arpa".
Le caratteristiche tipiche dell'arpa irlandese medievale sono cinque:
1. una costruzione robusta
2. una cassa di risonanza costituita da un solo pezzo, ricavato da un tronco di salice
3. una colonna a forma di "T" molto solida
4.una base che permetteva di poggiarla a terra 5. da 30 a 36 corde in metallo (probabilmente in rame, o in lega di rame), rivolte verso la cassa di risonanza in basso, e fissate per l'accordatura in alto a piroli infissi sul lato sinistro di una base rinforzata da placche di metallo.
Differenti sono i tipi di arpa, a seconda dei numerosi modelli, che venivano utilizzati nel Medioevo in Italia e in Francia. Il modo più facile per cercare di avere un quadro il più completo possibile è quello di osservare quelle fonti che testimoniano la presenza dell'arpa nel Medioevo: manoscritti, reperti musicali, ma anche cronache di viaggi, note spese, regolamenti e ovviamente molti documenti iconografici.
Abbiamo già notato la diversità dei nomi dell'arpa che fra l'altro hanno mutato il loro significato sin dalla prima antichità: il termine arpa venne utilizzato nel Medioevo e serviva per indicare un grande numero di oggetti: dal setaccio per il grano ad uno strumento di tortura fino ad arrivare allo strumento musicale in sè. L'arpa, è stata anche indicata con i termini latini cythara, psalterium, lyra in molti scritti religiosi del Medioevo.
Il tema dell'arpa e del Re Davide occupa un posto importante nelle iniziali miniate dei Salmi dal XII secolo sino alla metà del XIV secolo circa e in questo si possono distinguere in tre modi simbolici di intendere l'atto del suonare l'arpa: come compositore e poeta dei Salmi; come colui che impone l'ordine nel macrocosmo; come colui che impone l'ordine nel microcosmo.
L'arpa veniva comunemente utilizzata nel quotidiano: per allietare i momenti più spensierati o quelli importanti come i matrimoni, o semplicemente per far divertire gli ospiti invitati a corte. A partire dal XII secolo le citazioni riguardanti questo strumento diventano più precise, e i toni sono per lo più di elogio. La citazione più importante è quella del monaco gallese Giraldus Cambrensis o Giraud de Cambrie che, estremamente critico nei riguardi di qualsiasi cosa avesse a che fare con l'Irlanda, scrive tuttavia:
"Non trovo in queste genti un entusiasmo paragonabile a quello che provano per gli strumenti musicali, che essi suonano in maniera incomparabilmente migliore di tutte le altre popolazioni di mia conoscenza. Il loro stile non è, come nel caso degli strumenti britannici cui siamo abituati, misurato e solenne, ma vivo e allegro; il suono non è meno dolce e piacevole. E' ammirevole il fatto che, malgrado un tocco così attento, il ritmo risulti conservato e che, grazie ad una disciplina rigorosa, la melodia sia interamente preservata, sia nell'abbellimento dei ritmi che nella straordinaria complessità delle polifonie; con una straordinaria rapidità di esecuzione, si può parlare di "eguaglianza diseguale" o di "armonia disarmonica". Sia che le corde producano una quarta o una quinta, ( il musicista) comincia sempre con un Si bemolle e termina alla stessa maniera, in modo tale che il tutto si concluda in un'atmosfera generalmente piacevole. Essi introducono e abbandonano i motivi ritmici in maniera così sottile, suonano i toni acuti sulle corde più piccole con il sottofondo dei suoni bassi eseguiti dalle corde più gravi in modo così naturale, ricevono quasi un piacere personale e accarezzano (le corde) con tale sensualità che si direbbe che l'essenza stessa della loro arte consista nel nasconderla, considerando forse essi che "Ciò che è nascosto è bello - l'arte rivelata si svilisce."
L'arpa ebbe un grande ruolo nella vita irlandese: figurava negli stemmi, sulle monete, nei proverbi, il più famoso dei quali dice: "Tre cose sono necessarie ad un uomo: una donna, un giaciglio, un'arpa.". Tale proverbio rieccheggia nelle leges Wallicae o Laws of Walles, dove si afferma che le cose fondamentali per un uomo erano una moglie virtuosa, un cuscino sulla sedia ed un'arpa ben accordata. L'arpa irlandese si propagò in tutta Europa a cominciare dal XII secolo: veniva usata dai Minnesanger in Germania, dai menestrelli e dai jongleurs in Francia e nelle Fiandre, tutti continuatori di quella tradizione epico-narrativa iniziata dai Bardi medievali, diretti discendenti dei Bardi irlandesi.
Nel suo trattato di musica, Pierre Trichet scrive nel 1640: "Vi sono due tipi di arpa, quella irlandese e quella francese. La prima, più grossolanamente rifinita con corde in ottone pesanti e scomode da trasportare; la seconda alleggerita ed artisticamente elaborata dal suono più dolce e gradevole, grazie anche alla cordatura realizzata in budello di pecora".
Le arpe costruite in Irlanda sono in legno di salice rosso o nero, assemblate senza collanti in quanto tenute assieme dalle corde e da cavicchi in legno. Le differenti forme di arpe in uso in Irlanda a partire dal XIII secolo sono oggi classificate in tre categorie cronologiche. Tre esempi sopravvivono tra cui la celebre arpa del Trinity College (detta di Brian Boru, che risale infatti al XIV secolo), l'arpa "della Regina Maria" e l'arpa "Lamont" che risalgono entrambe al XV secolo.
Bisogna in ogni caso distinguere i due tipi di strumento maggiormente raffigurati e utilizzati all'epoca di Dante: l'arpa romanica e l'arpa gotica. Quest'ultima aveva ventiquattro o ventisei corde, con chiodi di ottone a forma di "L" piantati sulla tavola armonica in modo da sfiorare le corde: queste, vibrando, toccavano il metallo, emettendo un caratteristico ronzio e prolungando il suono. E' divertente immaginare dall'osservazione delle testimonianze, come poteva essere una probabile tecnica utilizzata per suonare gli strumenti citati e come si possa anche ricostruire un'arpa medioevale oggi. (la mia arpa gotica è stata ricostruita in base a quella presente nel ‘Giardino delle delizie' di Bosh).
L'arpa irlandese in genere si appoggiava sulle ginocchia, con la cassa armonica sul petto e contro la spalla sinistra del suonatore. Le corde si pizzicavano sia con i polpastrelli, sia con le unghie: le corde basse con la mano destra e quelle acute con la sinistra.L'arpa irlandese rinascimentale si differenziava da quella gotica per le corde di metallo, anziché di budello e per il fatto di essere accordata anche per semitoni (su questo punto le idee dei musicologi non sono molto chiare, anche perchè le testimonianze parlano di diverse tecniche per produrre i semitoni: premere le corde con un dito per aumentarne la tensione, intonare le stesse note a distanza di semitono in ottave diverse, ecc). Le molteplici leggende che circondano questo strumento narrano che un'arpa nelle mani di un iniziato a quest'arte può avere potere ipnotico e magico. L'espressione di questa musica si può sviluppare su tre livelli: Foltrai (lamentazione): questo tipo di musica immerge gli ascoltatori nella più profonda tristezza, Suantrai (culla): musica che trasporta gli ascoltatori nel sonno magico delle sfere superiori, Geantrai (eccitazione): rende l'assemblea gioiosa anche tramite l'espressione corporea della danza.