Abbazia di San Michele della Chiusa


Sorge tra il 983 e il 987 dalle esigenze e dalla cultura del pellegrinaggio.
È stata una delle più celebri abbazie benedettine dell’Italia settentrionale ed è tra i più grandi complessi architettonici di epoca romanica in Europa.
La Sacra oggi gode di un rinnovato interesse di restauri conservativi: con la legge regionale è diventata monumento simbolo del Piemonte, sotto la custodia e gestione dei padri Rosminiani.

L’EDIFICIO: spettacolare costruzione che fascia tutta la vetta rocciosa del pirchiriano. Iniziata negli ultimi anni del 900, attorno ad una chiesetta tricora dedicata all’Arcangelo San Michele, fu continuata, nel corso di quattro secoli, dall’XI al XIV, divenendo uno dei più celebri monasteri benedettini d’Europa.


L’INGRESSO: è la parte più imponente dell’abbazia. Il massiccio di questafacciata (alta 41 metri) è rotto dalla combinazione coloristica e geometrica delle linee rette del basamento grigio-ferrigno con le curve piene della chiesa verdognola, coronata dall’abside centrale e da quel trionfo di galleria ad archetti che è tra i migliori esempi di logge absidali romaniche.

INGRESSO ALLA CHIESA:
oltre uno spazioso ripiano, sta l’artistico portale romanico in pietra grigia e verde. Fu costruito dagli architetti di Ugone, nei primi anni del 1000: un’ampia apertura romanica che comunica un forte senso di accoglienza, di sicurezza, di calma, tutto archi, cordoni sostenuti da semicolonnine a capitelli floreali. In alto il gocciolatoio termina a destra con la testa di un monaco incappucciato, e a sinistra con quella di un ragazzo, oggi scomparsa. A destra e a sinistra, le colonnine con archetti trilobati, resti del portico che proteggeva il portale. I battenti, eseguiti nel 1826, mostrano le armi di San Michele Arcangelo e il diavolo in forma di serpente ma con volto umano.

INTERNO DELLA CHIESA:
è il risultato più grandioso degli ultimi restauri, compiuti nel 1937 con la ricostruzione della volta centrale a crociera. Chiesa a tre navate creata in parte sul monte, la cui cima affiora sotto il primo pilastro a sinistra; per il resto, ad est, sostenuta dall’imponente basamento. Nella cornice rombata del finestrone absidale, la base è occupata dalla scena dell’annunciazione dell’Arcangelo Gabriele a Maria: particolare l’atteggiamento ed il volto dell’annunciata, carico di intesa spiritualità e dolcezza. Sopra le lesene absidali, i quattro evangelisti con i simbolo (da destra Matteo, Marco, Luca, Giovanni).

PRIMITIVO SANTUARIO DI SAN MICHELE: è composto di tre sacelli absidali.
La cappella più vasta e con parte di fondo in viva roccia, la sua costruzione risale a fine 900 ed è opera di San Giovanni Vincenzo.
IL GRANDE AFFRESCO DELLA ASSUNZIONE:
è il più grande affresco che si conserva alla Sacra, dipinto sulla parete sinistra di chi entra in chiesa. Il pittore seppe dividere lo spazio con ottimo criterio distribuendovi tre scene: la Sepoltura di Gesù, la dormitio di Maria, la Madonna Assunta. La scena migliore è quella di Gesù nel sepolcro, per l’espressivo dolore del viso, il movimento accentrato delle persone, la semplice freschezza dei colori, specialmente il bel corpo di Gesù morto.
IL TRITTICO DI DEFENDENTE FERRARI:
è quanto di meglio si conservi alla Sacra; nel centro domina, in piedi, una Madonna che allatta il Bambino Gesù. I pannelli laterali rappresentano l’uno San Michele Arcangelo, che sconfigge il demonio, l’altro San Giovanni Vincenzo, che presenta alla Vergine il committente dell’opera. Alla base dipinge la Visitazione di Maria, la Natività del Bambino Gesù e l’Adorazione dei Magi.
AFFRESCO DELLA LEGGENDA:


situato sulla parete destra del Coro Vecchio e riassume la storia, mista a leggenda, della fondazione del Santuario. Angeli e colombe che trasportano le travi dal monte alla cima del Pirchiriano, per la costruzione della prima chiesetta a San Michele; nel centro il Vescovo di Torino che trova la chiesa già consacrata dagli Angeli.