RAFFIGURAZIONI DELL'ANTICO TESTAMENTO IN PIEMONTE TRA IL MEDIOEVO E L'ETA' DELLA CONTRORIFORMA


Prof. Willy Beck, docente Scuola Secondaria di secondo grado
TESTO PROGRAMMATICO INTRODUTTIVO

Nell'ambito del progetto denominato La crescita culturale degli studenti in dimensione europea uno dei temi di ricerca è l'eredità giudaico-cristiana nel pensiero europeo.Esso è stato articolato fin dall'inizio nei due percorsi dedicati al monachesimo e al simbolo della Torre di Babele. Ad essi si affianca ora un terzo filone di indagine, di interesse primariamente storico-artistico, incentrato sulle raffigurazioni dell'Antico Testamento in Piemonte nel periodo che intercorre tra gli ultimi secoli del primo millennio dell'età cristiana e la seconda metà del Cinquecento. Tale ricerca non risulta avere precedenti e si qualifica soprattutto per alcuni rilevanti motivi di interesse.

Il punto di partenza è iconografico: si tratta cioè di delineare una vera e propria mappa della diffusione di soggetti veterotestamentari trattati innanzitutto nella decorazione ecclesiale, in pittura ad affresco, ma non solo. Il presupposto (che dovrà esso stesso dimostrarsi fondato) sta nella constatazione empirica della scarsità, se non proprio rarità, di tali soggetti in questa area territoriale prima della Controriforma, soprattutto se confrontata con l'estrema diffusione dei soggetti tratti dal Nuovo Testamento e forse (ma è un altro degli aspetti da verificare) persino di quelli proposti dai cosiddetti Vangeli apocrifi.

La ricerca non parte dunque da certezze acquisite, ma solo da ipotesi da confermare o confutare ed è quindi evidente che il primo passo, la recensione e l'analisi delle specifiche opere e dei relativi contesti culturali, costituirà il fondamento imprescindibile per qualsiasi ulteriore approfondimento.

Si tratterà caso per caso di individuare, grazie anche agli studi particolari già esistenti, da un lato le fonti scritturali precise di ogni testo figurativo individuato, dall'altro le ragioni profonde, religiose, ma anche culturali e sociali di quelle scelte. E' probabile inoltre che tali soggetti convivano, nell'ambito di complessi decorativi assai vasti, con raffigurazioni di diversa provenienza letteraria, e qui si porrà dunque il problema dell'interrelazione fra immagini che sono state pensate e realizzate come in una sorta di dialogo a distanza che diventa immediatamente ravvicinato e che ha un suo significato tutto da scoprire e definire.

La "mappa" di cui si è parlato si costruirà nel tempo, come in un vero work in progress. Essa infatti non solo non esiste ancora, ma non è neppure, crediamo, mai stata pensata nè tentata. In questo senso il punto di partenza può essere anche scelto in modo arbitrario, senza per questo pregiudicare minimamente la serietà del lavoro. La pubblicazione di questo testo introduttivo e del primo esemplare di ricerca (sul Duomo di Novara, come si vedrà) vuole servire a sollecitare non solo la curiosità, ma anche il contributo attivo in termini di segnalazione di opere da prendere in considerazione e valutare in relazione agli obiettivi generali che si sono qui indicati.

Le fasi ulteriori si possono oggi solo lontanamente, ma nitidamente prefigurare. Si tratterà di rintracciare le possibili relazioni sottese fra i testi, le immagini e i diversi contesti che le hanno prodotte, fino a tracciare il quadro più generale e comprensivo possibile della penetrazione del messaggio dell'Antico Testamento in questa area territoriale nell'epoca prescelta. La parola potrà allora passare allo storico, al biblista, a chiunque possa contribuire con la propria specifica competenza a ricostruire il fenomeno nella sua interezza e nelle sue ragioni profonde.

Oggetto della ricerca è una religione dalla doppia radice, giudaica appunto e cristiana, prima giudaica e poi giudaico-cristiana. L'oggetto fondamentale della ricerca è dunque in quale rapporto siano state per secoli queste due fonti (senza voler parlare di "anime", di "nature") nel pensiero e nel sentire delle comunità che si sono dette "cristiane" e dunque in qual modo queste comunità abbiano espresso attraverso le forme dell'arte la loro adesione al complesso del messaggio che veniva loro rivolto oppure a quella parte del messaggio sulla quale è stato più fortemente posto l'accento. Ma per ora ciò che importa è iniziare il lavoro.