Abbazia di San Galgano
Siena

La 
grande varietà dei paesaggi e l’immensa ricchezza artistica fanno della Toscana 
un luogo quasi metafisico. I casali con i cipressi, la fertile campagna con i 
poderi ben assettati, le colline incise da calanchi, quelle ricoperte da 
boschi, gli antichi borghi aggrappati alla roccia sono oasi di quiete e armonia, 
al di fuori delle affollate città d’arte.
Uno di questi luoghi di pace è l’abbazia di 
San Galgano, nel comune di Chiusdino, 33 Km a sud ovest di Siena. In gran parte 
diroccata, con l’imponente interno e tre navate scoperchiato, l’abbazia conserva 
una grandiosità solenne che lascia intuire l’antica bellezza. L’edificio si 
staglia maestoso nella solitudine della campagna silente, ed è l’esempio più 
caratteristico dello stile gotico cistercense in Italia. 
L’abbazia prende il nome da Galgano Guidotti, 
nobile cavaliere nato a Chiusdino nel 1148, che a vent’anni si spogliò delle sue 
ricchezze e della vita dissoluta e si dedicò alla predicazione nei territori di 
Siena.
Nel 1201 il vescovo Ildebrando chiamò a monte 
Siepi i monaci cistercensi di Casamari, che realizzarono subito una prima 
abbazia che divenne importante è ricca, grazie alle donazioni dei devoti. Con il 
passare del tempo la prima abbazia divenne piccola per i numerosi monaci. 
Diventò ben presto assai potente, tanto da riscattare i beni di tutte le abbazie 
benedettine dei dintorni e di assumere vaste proprietà nei territori di Siena e 
di Grosseto. 
Alla fine del XIV secolo l’abbazia fu 
saccheggiata due volte perché fu male amministrata e cominciò la sua decadenza. 
Nel 1722 si aprirono grandi crepe, nel 1786 cadde il campanile e poco dopo 
crollò del tutto anche il tetto. 
Ma proprio questo rende ora l’abbazia un 
luogo di grande incanto, con la navata centrale immersa nella luce, a contatto 
diretto con il cielo. La pianta della 
chiesa è a croce latina, 

con l’abside 
rettangolare, ed il rivestimento è in travertino e mattoni. La facciata ha tre 
portali con archi a pieno centro. La struttura dei fianchi è 
stupenda, si apre in monofore, alcune 
sormontate da oculo, e bifore ogivali.
Nel fianco sinistro sono evidenti i frammenti 
della decorazione che ornava gli oculi e le bifore, e la grande finestra nella 
testata del transetto. L’abside ha due ordini di monofore, un grande oculo in 
alto, ed uno più piccolo. Un altro grande oculo si apre della testata del 
transetto destro. Il grandioso interno, lungo 69 metri, è diviso in tre navate 
da 16 pilastri cruciformi con 4 colonne incastrate ad un terzo. Le arcate sono 
tutte a sesto acuto, ed il prato invade la zona pavimentale.
Anche il transetto è a tre navate, ma quella 
ad est è trasformata in 4 cappelle, due a due laterali alla cappella maggiore, 
con abside rettangolare.
Sulla destra della chiesa si trova il 
monastero, di cui restano la sala capitolare con due belle trifore e tre 
monofore, divisa in due navate in tozze colonne, 
l’ampio refettorio, restaurato, con soffitto 
a volte, e una parte del chiostro, ad arcate su doppie colonne.
Sulla vicina collina di monte Siepi sorge la 
primitiva chiesetta

 
dell’eremo di San Galgano a pianta circolare, con piccolo campanile a vela. Al 
centro è posto il masso con l’elsa della spada che sporge. Nella annessa 
cappella vi sono alle pareti splendidi af af af af af af af af af af af af af af af affreschi 
di Ambrogio Lorenzetti. Nella parete di fondo Madonna con Bambino Angeli e 
Santi, in basso Eva adagiata, e l’Annunciazione. Sull’altare Madonna con 
Bambino, statua lignea di scuola senese, attribuita a Ramo di Paganello.